Qualche volta, quando torno a leggere a voce alta, qualcuno dice: ‘Ma mica è così se non lo pronunci tu’.
È possibile abbia iniziato a dare ai testi la forza della vita, quando è piena e felice e non dovrebbe smettere, nella stanza blu cenere, a quattro anni, facendo coincidere le parole che venivano dalla voce nel mangianastri, coi simboli sugli illustrati. Geografie di colori feroci e il nero d’inchiostro. Come un’estasi sinestetica che m’ha lasciata subito sospesa nell’oscillazione fra vita e letteratura. Temevo assai la letteratura a vent’anni. Ora mi pare di non fare altro. Qui a Roma, dove sono nata. Oppure in riva al mare camminando per chilometri. Leggo. Scrivo.
Ho tradotto romanzi e saggi. Mi sono occupata di autori esordienti. Da un paio d’anni pubblico le mie storie.